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giovedì 1 luglio 2010

Halal Italia

PROTESTA CONTRO IL MARCHIO "Halal Italia" PRODOTTI ITALIANI "fedeli" ALL ISLAM!

Al via il marchio "Halal Italia"Prodotti italiani "fedeli" all'Islam

Presentato alla Farnesina il progetto di un marchio a garanzia di prodotti italiani realizzati in conformità coi dettami del Corano nei settori alimentare, cosmetico e farmaceutico. Galan: "I paesi musulmani saranno felici dei nostri tortelloni". Solo in Italia, un business da 5 miliardi. "Destinato a crescere" guardando all'export

ROMA - Presentato alla Farnesina il progetto "Halal Italia", per la creazione di un marchio italiano che certifichi la conformità alle norme del corano dei prodotti made in Italy dei settori alimentare, cosmetico e farmaceutico. Un ponte verso l'Islam, certo, ma soprattutto una tutela per il consumatore "domestico" e il visto d'entrata in mercati nuovi e particolarmente allettanti per il nostro export.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini, assieme al ministro della Salute, Ferruccio Fazio, e al titolare dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, ha firmato la convenzione interministeriale di sostegno al progetto. La certificazione halal sarà rilasciata a livello nazionale dalla Comunità religiosa islamica italiana (Coreis). "Un segnale di grande trasparenza da parte del governo italiano" commenta Halima Erika Rubbo di Coreis, che dichiara di rappresentare 50mila cittadini italiani musulmani e secondo cui i fedeli dell'Islam nel nostro paese sarebbero almeno 1,4 milioni, cifra che non ha mai smesso di crescere negli ultimi 20 anni.

Un bacino di utenti che sarebbe grave trascurare e che si somma ad altri numeri, particolarmente stimolanti. Il volume di affari dei prodotti alimentari, farmaceutici e cosmetici, la cui filiera produttiva segua i dettami del Corano, è di 500 miliardi di euro nel mondo, 54 in Europa e 5 in Italia. Per questo, spiega Frattini, "Halal Italia" è "uno strumento che abbiamo incoraggiato per l'accesso ai mercati sempre più interessanti dei paesi musulmani".

Per Galan, la forza del made in Italy può aprire scenari nuovi alle abitudini alimentari dei paesi musulmani. "Potranno gustare lasagne, tortelloni e altri prodotti d'eccellenza del made in Italy ma con marchio 'Halal', cioè certificati secondo i precetti islamici - spiega il ministro delle Politiche agricole -. Saranno fortunati ad avere questi cibi e tutti gli altri prodotti dell'agricoltura e della cucina italiana, ai vertici mondiali per qualità ed eccellenza".

Non di solo mercato vive una simile sfida. Ancora Galan precisa che il sostegno del suo ministero a "Halal Italia" è soprattutto di carattere "storico-culturale". "La nostra cucina e la nostra civiltà - dice il ministro - hanno profondi intrecci con la cultura islamica, da secoli. Dal confronto e dal dialogo tra mondi diversi la nostra nazione può ricevere una grande ricchezza. E' un atto di omaggio a tutte le donne e gli uomini di fede musulmana che lavorano nel nostro Paese, cui dobbiamo moltissimo".

"Con questa iniziativa "sarà garantita la sicurezza per i nostri consumatori anche sul mercato interno - conclude il ministro della Salute, Ferruccio Fazio - perché dovranno essere seguite delle regole precise. Ad esempio, durante la macellazione della carne dovrà esserci una persona di religione musulmana che reciti le preghiere prescritte, non si potranno usare solventi che contengono alcol, tutta la filiera dovrà essere halal e non ci potranno essere contaminazioni".

Aspettando i tortelloni, i consumatori di fede islamica in Italia possono da oggi gustare salumi halal, immessi sul mercato in coincidenza con la presentazione del progetto. Ideatore Antonio Fernando Salis, imprenditore sardo insignito dell'Oscar Green per l'innovazione, premio promosso dai giovani della Coldiretti. "Preparati con carne di pecora e capra, - spiega Salis - vengono controllati e certificati dall'Imam, la principale autorità religiosa per l'Islam". Coldiretti ricorda come la diffusione del metodo di lavorazione della carne 'halal' interessi ormai "tutti i piccoli e i grandi centri del territorio nazionale" con "un boom di oltre cento macelli 'halal', ormai un quinto del totale di quelli autorizzati Ce".

FONTE:La Repubblica.it

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