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martedì 28 settembre 2010

STRAGE DI BELLUNO NON C’E’ MAI FINE AGLI ATTACCHI DEI CACCIATORI!

STRAGE DI BELLUNO NON C’E’ MAI FINE AGLI ATTACCHI DEI CACCIATORI!


26.09.2010 - Attacchi provenienti direttamente dalle loro armi (vedi le vittime che si susseguono in questi giorni), sia, più subdolamente ma altrettanto pericolosi e micidiali, dal fronte politico.

Come ormai è costume diffuso tra i cacciatori ed i loro protettori, ignorando gli appelli delle Associazioni animaliste e le raccolte di firme dei singoli cittadini, la Provincia di Belluno ha approvato una delibera che prevede il massacro di circa 1400 femmine e cuccioli di cervi e caprioli dal 17 aprile al 29 maggio 2011.

Inutile ricordare che le femmine di capriolo partoriscono da fine maggio ai primi di giugno, quindi è facile immaginare la fine atroce e lenta cui va incontro il cucciolo se la madre viene uccisa.

Per una manciata di voti, e magari qualcosa in più, i consiglieri comunali hanno calpestato il diritto alla vita di queste creature indifese, gia' decimate dalle nevicate eccezionali di 3 anni fa.

Alla faccia della sicurezza, hanno inoltre volutamente e pericolosamente ignorato il fatto che le Dolomiti, che rientrano nel Patrimonio dell'Unesco, in questo periodo sono particolarmente frequentate da turisti che amano camminare in montagna, tra la vegetazione alta e quindi scarsa visibilità. Anche in questo caso è facile fare previsioni.

L' unica strada ora possibile rimane quindi FAR SENTIRE IL LEGITTIMO DISSENSO DA PARTE DEI TURISTI, EVITANDO COME META LA PROVINCIA DI BELLUNO

facendo leva soprattutto (perché forse è solo questo che si spera abbia un peso) sul diritto alla sicurezza personale in qualità di potenziale turista della zona.
Sarebbe necessario scrivere un messaggio personale in cui si afferma la propria intenzione di non trascorrere più vacanze in quella zona se non sarà ritirata questa delibera e che si farà informazione presso amici e anche giornali.


Il messaggio e' da inviare a Federalberghi, alla Provincia di Belluno e
al Gazzettino:

federalberghi@ascombelluno.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
r.sist@provincia.belluno.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
belluno@gazzettino.it

domenica 26 settembre 2010

Sondaggio

Sei pro o contro l’abolizione della caccia?

Roma 25 settembre - Manifestazione contro la vivisezione

Roma – Manifestazione contro la vivisezione

Parecchie migliaia di persone sono appena partite

di redazione | 25 settembre 2010

GEAPRESS – Sono almeno diecimila secondo gli organizzatori, poco meno di 5.000 secondo la Questura, comunque più del previsto, i manifestanti che hanno già affollato Piazza della Repubblica a Roma da dove, verso via Barberini, è da poco partito il corteo anti vivisezione. Tutti, come richiesto, senza bandiere di associazioni ma con tanti striscioni di protesta. Molto discreta la presenza delle Forze dell’Ordine. L’iniziativa, come hanno precisato gli organizzatori in una conferenza stampa da poco conclusa (nella foto a sinistra), rientra nella campagna ormai da tempo in atto per la chiusura dell’allevamento Green Hill di Montichiari (BS).

Green Hill è l’unico allevamento di cani beagle in Italia, utilizzati per la sperimentazione animale, ed uno dei più grandi d’Europa. Come riferito dagli organizzatori della manifestazione nel corso della conferenza stampa di stamani, sono tutti Green Hill i cani che ogni anno in Italia, in deroga al divieto vigente, vengono sperimentati nel nostro paese.

Rispondendo ad una domanda di Leonora Pigliucci di GeaPress, gli organizzatori hanno voluto sottolineare come il tema della manifestazione di oggi rimane fortemente ancorato proprio alla richiesta di chiusura dell’allevamento della multinazionale americana installato a Montichiari. E’ scontato, però, che il voto dello scorso otto settembre al Parlamento Europeo, dove è stata approvata l’orrenda direttiva pro-vivisettori, non può che assumere, proprio oggi, un significato particolare. La manifestazione, così come sottolineato dallo stesso Coordinamento “Fermare Green Hill”, è pertanto quella del “corteo nazionale contro la vivisezione”. Il Coordinamento ovviamente abolizionista, non può a tal proposito che criticare duramente la Direttiva approvata dal Parlamento Europeo.

Una analoga iniziativa è attualmente in corso a Parigi a Place Saint Germain de Prés, ma anche, per l’Italia, a Torino, Milano Catania ed altre città. In Italia, secondo il Coordinamento “Fermare Green Hill” sono un milione gli animali sperimentati annualmente mentre mille sono i cani di Green Hill destinati al nostro paese. Secondo lo stesso coordinamento l’allevamento di Montichiari disattenderebbe le norme relative al mantenimento degli animali, previste proprio per gli allevamenti nella norma regionale di recepimento della legge quadro in materia di animali d’affezione. Lo stesso Coordinamento “Fermare Green Hill” sottolinea inoltre la grave incongruenza di un allevamento installato in un paese dove teoricamente, salvo deroghe, non possono essere utilizzati cani negli stabulari dei vivisettori.

Ai manifestanti sono pervenuti i messaggi del Ministro Michela Brambilla, del Sottosegretario Martini e degli Europarlamentari Sonia Alfano e Rita Borsellino.(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).

Nel cimitero a caccia di cardellini

Vibo Valentia – nel cimitero a caccia di cardellini

Intervento del Corpo Forestale dello Stato

di redazione | 25 settembre 2010

GEAPRESS – Aveva piazzato le reti appena a ridosso di tombe e lapidi del cimitero di Acquaro (VV). Il cinquantacinquenne pensionato di Vibo Valentia è stato così sorpreso, ieri, dagli Agenti del Comando stazione di Soriano Calabro (VV) unitamente al personale del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato.

L’uomo aveva piazzato due reti disposte parallelamente e collocando tra loro un cardellino-zimbello avvolto con una cordicella. La funzione di tale strumento di tortura è quella di strattonare il povero animale permettendo così che vengano mostrati i vivaci colori del sotto ala. Sono questi, infatti, gli irresistibili richiami per i cardellini selvatici. Il bracconiere teneva una seconda cordicella che avrebbe azionato lo scatto delle due reti una volta attirati i gruppetti di uccellini. Altri zimbelli erano disposti attorno alla trappola, mentre in una piccola gabbia al chiuso di un borsone erano i cardellini ed altri fringillidi, tutti protetti dalla legge, già catturati.

I Forestali non si sono limitati al sequestro degli animali rinvenuti, ma hanno opportunamente esteso i controlli all’abitazione dell’uccellatore. Nel corso della perquisizione domiciliare venivano così trovati altri cardellini di cattura al chiuso di numerose gabbie.

Subito richiesto alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia il Decreto di rilascio degli animali. Tutti, infatti, sono già stati liberati. L’uccellatore è stato invece denunciato per violazione della normativa sulla caccia, maltrattamento di animali e per furto al patrimonio indisponibile dello Stato.

Assieme al bracconaggio di cinghiali, quello della cattura di cardellini è il reato venatorio più ricorrente in Italia. Non passa giorno che non debba sentirsi di un nuovo sequestro. Tutti i precedenti sono visionabili nella sezione “caccia” di GeaPress. Un cardellino di cattura, secondo la stessa Forestale, viene venduto a non meno di venti euro. I maggiori guadagni, però, arrivano con gli incroci di canarino che presentano particolari tonalità di canto. Questi vengono venduti intorno alle 250 euro. Vi sono poi i campioni, di volta in volta contrattati nel prezzo di vendita sicuramente stimabile in migliaia di euro. I mercati di fauna selvatica più grandi esistenti in Italia, si trovano a Napoli e Palermo. I cardellini vengono abbondantemente esportati anche in nord Italia. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).

sabato 18 settembre 2010

URGENTE DA PARIGI. DIFFONDERE AL MASSIMO - IMPORTANTE

Buongiorno,
Mi chiamo Adrien Evangelista, sono il portavoce della Coalition Anti
Vivisection francese (www.cav.asso.fr) e consulente della Fondazione
Hans Ruesch (www.hansruesch.net), Vi scrivo per comunicarVi che a
seguito del voto dell'8 settembre da parte dei nostri eurodeputati, a
Parigi è stato deciso di manifestare il 25 settembre contro la
vivisezione CONTEMPORANEAMENTE A ROMA.

Questa azione simultanea in due grandi capitali ha lo scopo di
motivare gli attivisti di entrambi i paesi (e magari di aumentarne il
numero), nella speranza di ottenere riscontro mediatico e maggiore
considerazione per le nostre rivendicazioni.

Vi chiedo pertanto, vista l'estrema vicinanza della data, di
veicolare questa informazione a tambur battente, precisando ad
esempio, nel diffondere notizie sulla manifestazione romana, che la
stessa azione sarà compiuta a Parigi.
Qui un video mirato a divulgare questa notizia:
http://www.youtube.com/watch?v=k1aK1Pv4VTw

Resto a vostra disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.

Grazie di cuore,

Adrien

venerdì 17 settembre 2010

Intervista ad Iva Zanicchi sulla vivisezione.

Un’intervista di Patrizia Pertuso alla parlamentare Europea Iva Zanicchi per l’edizione romana del quotidiano free-press Metro svela che la cantante non sapeva nemmeno cosa stava votando.
Iva Zanicchi, parlamentare europeo per il Partito Popolare, ha votato a favore della direttiva UE sulla vivisezione.

D: “Ma lei non era un’amante di cani e gatti??”

R: “Assolutamente sì!!”

D: “Però ha votato a favore della direttiva UE sulla vivisezione…”

R: “Era necessario migliorare la legge esistente dell’89″

D: “Inserendo nella lista degli animali da vivisezionare anche cani e gatti randagi?”

R: “No, questo no…”

D: “Questo prevede la legge che ha votato.”

R: “Comunque, adesso passa tutto in mano al Governo…”

D: “un po’ comodo, non le sembra?”

R: “Avrei dovuto essere più forte ed astenermi…. Mi sono fidata dei miei assistenti…. Non posso mica seguire i lavori di tutte le commissioni!”

D: “Mi sta dicendo che non sa cosa ha votato?”

R: “Beh… adesso comunque voglio rimediare: spingerò per sperimentare in vitro, tanto i risultati sono gli stessi….”

Patrizia Pertuso – Metro (quotidiano free-press) edizione romana – 15.09.10

mercoledì 15 settembre 2010

Sondaggio: italiani dicono NO caccia

CACCIA: AMBIENTALISTI, SONDAGGIO CACCIATORI CONFERMA 'NO' ITALIANI

(ASCA) - Roma, 15 set - ''Il sondaggio dei cacciatori e' una clamorosa conferma di un Paese lontano se non avversario della caccia e delle sue richieste di liberalizzazione e che anzi chiede maggiori tutele e sicurezza, per la natura e le persone''. Lo affermano le associazioni Enpa, Lav, Legambiente, LIPU e WWF Italia a commento del'indagine di Astra Ricerche su Gli italiani e la caccia commissionato da cacciatori e armieri.

''Dal sondaggio, presentato oggi a Roma, emerge un dato chiarissimo - spiegano le associazioni -: che il 47% degli italiani e' totalmente anticaccia, che il 43% ritiene indispensabili regole forti e misure restrittive, mentre solo il 10% e' per 'caccia libera'. Giunge dunque, sebbene da un sondaggio della 'controparte', la conferma, diremmo clamorosa, di cio' che e' noto ormai da tempo, e cioe' che l'Italia e' un Paese lontano e in gran parte ostile alle distorsioni dell'attivita' venatoria se non addirittura alla caccia in quanto tale''.

Si confermano cosi' - registrano gli ambientalisti - le tendenze gia' emerse dai sondaggi dei mesi e degli anni scorsi, inclusa l'indagine IPSOS di marzo 2010, che davano un quadro simile se non ancora piu' netto circa la cattiva disposizione degli italiani verso quella parte dei cacciatori italiani che continua a chiedere modifiche permissive rispetto all'attivita' venatoria, con percentuali di contrari tra il 70 e il 90%.

''Il sondaggio commissionato dai cacciatori - avvertono - ne da', in effetti, chiara dimostrazione, laddove si evince che gli intervistati, per oltre il 70% complessivo, chiedono che si cacci fuori da parchi e riserve, che le specie sofferenti si tutelino e dunque non siano cacciabili, che le restrizioni e gli esami per i cacciatori siano particolarmente rigidi, che insomma le regole a tutela della natura siano sempre piu' rigide. E per fortuna che il sondaggio non abbia chiesto agli italiani cosa ne pensino di dare un fucile ai sedicenni, o di permettere l'utilizzo degli animali come zimbelli, o di cacciare al buio e sulla neve. Le percentuali, a quel punto, sarebbero diventate estreme

http://www.asca.it/news-CACCIA__AMBIENTALISTI__SONDAGGIO_CACCIATORI_CONFERMA__NO__ITALIANI-948948-POL-.html

Direttive Ue sulla sperimentazione animale: animalisti savonesi all’attacco



Savona. Animalisti savonesi sul piede di guerra contro la direttiva sulla sperimentazione animale approvata l’11 settembre dalla Comunità Europea: “E’ stata purtroppo approvata da europarlamentari eletti nei collegi liguri, come Iva Zanicchi e Sergio Cofferati. Diversi attivisti che fanno capo alla Protezione Animali parteciperanno alla manifestazione di protesta che si svolgerà sabato a Roma”.

“Le nuove norme europee sono infatti peggiori delle già pessime esistenti in Italia. Prevedono infatti anche l’utilizzo di animali randagi per gli esperimenti, come cani e gatti, che le leggi italiane vietano espressamente, mentre non escludono l’uso di animali in via di estinzione, la cattura di scimmie allo stato selvatico e l’uso di primati; e non favoriscono l’uso di sistemi alternativi che si stanno invece dimostrando più attendibili e scientificamente più efficaci” dicono dalla Protezione Animali.

“Ora la battaglia si sposta nei prossimi mesi in Parlamento, quando si dovrà recepire nell’ordinamento legislativo italiano la direttiva; Enpa e le altre associazioni animaliste si batteranno perché non vengano approvate tali norme e ne vengano recepite il meno possibile e, soprattutto, vengano mantenuti i punti positivi del vigente decreto legislativo 118 del 1996″ precisano gli animalisti savonesi.

L’Enpa savonese sta diffondendo un dossier sulla storia che ha portato all’approvazione della famigerata direttiva e raccoglie le adesioni alla prossima campagna contro il suo recepimento: per chi volesse aderire basterà comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica a savona@enpa.org.

Fonte : IVG

Vivisezione - da "La Pelle" di Curzio Malaparte


Un giorno Febo uscì, e non tornò più. Lo aspettai fino a sera, e scesa la notte corsi per le strade, chiamandolo per nome. Tornai a casa a notte alta, mi buttai sul letto, col viso verso la porta socchiusa. Ogni tanto mi affacciavo alla finestra, e lo chiamavo a lungo, gridando.

All'alba corsi nuovamente per le strade deserte, fra le mute facciate delle case che, sotto il cielo livido, parevano di carta sporca. Non appena si fece giorno, corsi alla prigione municipale dei cani. Entrai in una stanza grigia, dove, chiusi in fetide gabbie, gemevano cani dalla gola ancora segnata dalla stretta del laccio del chiappino. II guardiano mi disse che forse il mio cane era rimasto sotto una macchinai o era stato rubato, o buttato a fiume da qualche banda di giovinastri. Mi consigliò di fare il giro dei canai, chi sa che Febo non si trovasse nella bottega di qualche canaio?

Tutta la mattina corsi di canaio in canaio, e finalmente un tosacani, in una botteguccia di Piazza dei Cavalieri, mi domandò se ero stato alla Clinica Veterinaria dell'Università, alla quale i ladri di cani vendono per pochi soldi gli animali destinati alle esperienze cliniche. Corsi all'Università, ma era già passato mezzogiorno, la Clinica Veterinaria era chiusa. Tornai a casa, mi sentivo nel cavo degli occhi un che di freddo, di liscio, mi pareva di aver gli occhi di vetro. Nel pomeriggio tornai all'Università, entrai nella Clinica Veterinaria. Il cuore mi batteva, non potevo quasi camminare, tanto ero debole e oppresso dall'ansia. Chiesi del medico di guardia, gli dissi il mio nome. II medico, un giovane biondo, miope, dal sorriso stanco, mi accolse cortesemente e mi fissò a lungo prima di rispondermi che avrebbe fatto tutto il possibile per aiutarmi.
Apri una porta, entrammo in una grande stanza nitida, lucida, dal pavimento di linoleum azzurro. Lungo le pareti erano allineate l'una a fianco dell'altra, come i letti di una clinica per bambini, strane culle in forma di violoncello: in ognuna di quelle culle era disteso sul dorso un cane dal ventre aperto, o dal cranio spaccato, o dal petto spalancato:
Sottili fili di acciaio, avvolti intorno a quella stessa sorta di viti di legno che negli strumenti musicali servono a tender le corde, tenevano aperte le labbra di quelle orrende ferite: si vedeva il cuore nudo pulsare, i polmoni dalle venature dei bronchi simili a rami d'albero, gonfiarsi proprio come fa la chioma di un albero nel respiro del vento, il rosso, lucido fegato contrarsi adagio adagio, lievi fremiti correre sulla polpa bianca e rosea del cervello come in uno specchio appannato, il groviglio degli intestini districarsi pigro come un nodo di serpi all' uscir dal letargo. E non un gemito usciva dalle bocche socchiuse dei can i crocifissi.
Al nostro entrare tutti i cani avevano rivolto gli occhi verso di noi, fissandoci con uno sguardo implorante, e al tempo stesso pieno di un atroce sospetto: seguivano con gli occhi ogni nostro gesto, ci spiavano le labbra tremando. Immobile in mezzo alla stanza, mi sentivo un sangue gelido salir su per le membra: a poco a poco diventavo di pietra. Non potevo schiuder le labbra, non potevo muovere un passo. Il medico mi appoggiò la mano sul braccio, mi disse: "coraggio". Quella parola mi sciolse il gelo delle ossa, lentamente mi mossi, mi curvai sulla prima culla. E di mano in mano che progredivo di culla in culla, il sangue mi tornava al viso, il cuore mi si apriva alla speranza. A un tratto, vidi Febo.
Era disteso sul dorso, il ventre aperto, una sonda immersa nel fegato. Mi guardava fisso, e gli occhi aveva pieno di lacrime. Aveva nello sguardo una meravigliosa dolcezza. Non mandava un gemito, respirava lievemente, con la bocca socchiusa, scosso da un tremito orribile. Mi guardava fisso, e un dolore atroce mi scavava il petto. "Febo" dissi a voce bassa. E Febo mi guardava con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Io vidi Cristo in lui, vidi Cristo in lui crocifisso, vidi Cristo che mi guardava con gli occhi pieni di una dolcezza meravigliosa. "Febo" dissi a voce bassa, curvandomi su di lui, accarezzandogli la fronte. Febo mi baciò la mano, e non emise un gemito.
Il medico mi si avvicinò, mi toccò il braccio: "Non potrei interrompere l'esperienza" , disse, "è proibito. Ma per voi... Gli farò una puntura. Non soffrirà".
Io presi la mano del medico fra le mie mani, e dissi, mentre le lacrime mi rigavano il viso: "Giuratemi che non soffrirà".
"Si addormenterà per sempre", disse il medico, "vorrei che la mia morte fosse dolce come la sua".
Io dissi: "Chiuderò gli occhi. Non voglio vederlo soffrire. Ma fate presto, fate presto!".
"Un attimo solo" disse il medico, e si allontanò senza rumore, scivolando sul molle tappeto di linoleum. Andò in fondo alla stanza, apri un armadio.
Io rimasi in piedi davanti a Febo, tremavo orribilmente, le lacrime mi solcavano il viso. Febo mi guardava fisso, e non il più lieve gemito usciva dalla sua bocca, mi guardava fisso con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Anche gli altri cani, distesi sul dorso nelle loro culle, mi guardavano fisso, tutti avevano negli occhi una dolcezza meravigliosa, e non il più lieve gemito usciva delle loro bocche.
A un tratto un grido di spavento mi ruppe il petto: "Perchè questo silenzio?", gridai, "che è questo silenzio?".
Era un silenzio orribile. Un silenzio immenso, gelido, morto, un silenzio di neve.
Il medico mi si avvicinò con una siringa in mano: "Prima di operarli", disse, "gli tagliamo le corde vocali".

Fonte : Terra Meravigliosa

lunedì 13 settembre 2010

Elefanti africani massacrati per l'avorio

La lunga agonia degli elefanti africani

Nuovo sequestro di avorio

di redazione | 13 settembre 2010

GEAPRESS – La polizia della Repubblica Democratica del Congo ha arrestato la scorsa settimana tre cinesi trovati in possesso di sei valige piene di pezzi di zanne di elefante. I tre sono stati fermati all’aeroporto di Lumumbashi in procinto di imbarcarsi per Nairobi, in Kenia.

Si tratta del secondo cospicuo sequestro in poco tempo. Quattro giorni fa, infatti, ad Honk Hong si è avuto il sequestro di 384 zanne di elefante provenienti dalla Tanzania. Sull’ultimo sequestro, invece, si conferma ancora una volta la centralità dell’aeroporto di Nairobi. Sul finire di agosto (vedi articolo GeaPress), infatti, ben due tonnellate di avorio e cinque corni di rinoceronte vennero sequestrati nell’aeroporto keniota. La destinazione finale era la penisola indocinese (Malesia) e da qui, probabilmente, la Cina. Sempre da Nairobi, inoltre, partivano le zanne sequestrate lo scorso luglio a Bangkok in Thailandia (vedi articolo GeaPress).

Alla base del sempre florido commercio di zanne di elefante, vi sono le incredibili autorizzazioni fornite dalla Convenzione di Washington sul commercio di flora e fauna in via di estinzione. Si tratta in questo caso di zanne provenienti da sequestri e cacce di selezione. Nel primo caso l’avorio andrebbe distrutto, ma i governi possono immetterlo, se certificato, nel mercato legale. Nel secondo caso, nonostante l’ecatombe di elefanti africani che ha ridotto a meno di un quarto i pachidermi viventi venti anni addietro, si autorizza la caccia di selezione sulla base di censimenti condotti dalle autorità di paesi dalle dubbie economie. E’ però questo commercio a coprire spesso quello di contrabbando. Basta una semplice falsificazione della documentazione.

Per ironia della sorte il Kenia è uno di quei paesi africani che più si è battuto per l’interdizione totale di ogni caccia agli elefanti. Nell’aeroporto della sua capitale, invece, si registrano frequenti sequestri. Gli importatori, invece, sono paesi arabi e Cina purtroppo autorizzata dalla Convenzione di Washington all’importazione di avorio. Ai grandi stock dei trafficanti si aggiunge ora un traffico sicuramente minore per singola partita, ma più insidioso per numero di importatori, molte volte ignari del divieto. Sono i turisti cinesi, affluiti in decine di migliaia, ad esempio, ai recenti campionati del mondo di calcio in Sudafrica ed in parecchi casi trovati in possesso di oggetti in avorio. Non meravigliamoci, dal momento in cui proprio la coppa del mondo divenne occasione per i turisti occidentali di andare a sparare ai leoni allevati in gabbia (vedi articolo GeaPress ed intervista a Chris Mercer).(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).

venerdì 10 settembre 2010

Cervo investito e abbandonato

Filago, cervo di oltre 120 chili
investito da auto e abbandonato

Una carcassa di cervo di grosse dimensioni è stata recuperata nella località Ponte del torrente Dordo di Filago, lungo la strada provinciale Madone-Capriate. Una segnalazione era giunta la mattina di venerdì 10 agosto alla Sala operativa del Corpo di polizia provinciale da parte di un cacciatore. Il cervo, di oltre 120 kg., è stato presumibilmente investito da un veicolo che non si è fermato. L'animale è stato recuperato da un agente di vigilanza venatoria volontario della Provincia di Bergamo che ha consegnato la carcassa del cervo a una macelleria convenzionata. La verifica della commestibilità delle carni da parte dei veterinari ASL ha dato però esito negativo e la carcassa è stata smaltita.

La presenza assolutamente insolita del cervo in quella zona può essere dovuta al fatto che l'animale, evidentemente in grado di compiere decine di chilometri in una sola notte, si sia spostato dalle vicine colline, così come potrebbe essere fuggito da un allevamento. Al momento sono in corso gli accertamenti da parte del Nucleo ittico venatorio del corpo di polizia provinciale.

"Le attività di soccorso recupero della fauna sono svolte dal Corpo di polizia provinciale con grande impegno, vengono attivate dalle segnalazioni dell'utenza che giungono alla Sala operativa attraverso il numero verde 800.350.035 - spiega l'assessore alla Protezione civile della Provincia Fausto Carrara -. Gli agenti della polizia locale della Provincia effettuano anche i rilevamenti degli incidenti stradali con la fauna, presupposto per poi attivare da parte del cittadino le richieste di indennizzo presso la Regione Lombardia. La recente riforma del codice della strada ha interessato anche i comportamenti che gli utenti della strada devono mantenere in caso di incidenti con la fauna”.

L'articolo 189 del codice della strada prevede ora l'obbligo di fermarsi qualora sia provocato un incidente da cui possa derivare danno alla fauna, nonché attuare ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali. Le persone coinvolte in un incidente con danno ad animali devono comunque porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/153542_filago_cervo_di_oltre_120_kg_investito_da_auto_e_abbandonato/

lunedì 6 settembre 2010

Pre aperture della caccia


[Comunicato LAV] Pre-aperture della caccia.

Caccia, Enpa e LAV: le pre-aperture della caccia da domani uccideranno milioni di volatili. Nel mirino merli, tortore, e anatre selvatiche. Pronti i ricorsi al TAR e manifestazione nazionale a Venezia.

Roma, 31 agosto 2010 – “La pratica, da parte di molte regioni e province italiane, di autorizzare la preapertura della stagione di caccia, concedendo al mondo venatorio la possibilità di sparare a centinaia di migliaia di uccelli già il 1° e il 5 settembre, è una strage immotivata dal punto di vista scientifico ed etico, che ha conseguenze gravissime nei riguardi di tutte le specie che stanno terminando il loro periodo riproduttivo, come ribadito dall’ISPRA in un documento tecnico inviato agli enti locali (ISPRA: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). “Queste le dichiarazioni di Enpa e LAV che considerano le pre-aperture un vero e proprio “regalo” alla lobby venatoria, un continuo abuso che non è più tollerato. Infatti, sono sempre più numerose le proteste dei cittadini e gli appelli di personaggi famosi, primo tra tutti quello della cantante Giorgia, apparso sul network ilrespiro.eu, che ha definito il macabro rituale della caccia, una barbarie: “uccidere un animale è negare l’identico diritto alla vita di ogni creatura”, parole che Enpa e LAV condividono pienamente.

La caccia “ordinaria” uccide ogni anno decine di milioni di animali selvatici e, per alcuni, grazie a deroghe, abbattimenti selettivi o altri pretesti, la stagione venatoria non finisce praticamente mai. Ma, evidentemente, per una lobby ormai giunta quasi alla fine, che non gode di popolarità né di consenso da parte dei cittadini – come testimonia anche il recente sondaggio IPSOS del marzo 2010 – non è abbastanza: bisogna impugnare il fucile anche il 1° settembre, con la possibilità di uccidere, per “puro divertimento”, merli, ghiandaie, tortore, colombacci e anatre selvatiche che stanno ancora terminando il loro periodo riproduttivo. Quindi, nel mirino, vi saranno anche genitori e giovani ancora in fase di dipendenza”.

Enpa e LAV, insieme ad altre associazioni, stanno presentando ricorsi al TAR contro i calendari venatori di province e regioni che continuano ad ignorare le regole, anche quelle nuove contenute nell’articolo 42 della recente “Legge Comunitaria 2009”: un provvedimento che introduce maggiori tutele per la fauna selvatica, ed è in linea con le direttive europee; misure che continuano ad essere volutamente ignorate.

“Invitiamo tutti – concludono Enpa e LAV – a manifestare contro la caccia, insieme a noi e ad altre associazioni animaliste: appuntamento sabato 18 settembre, alle ore 15.00 a Venezia“. E, anziché impugnare il fucile, ci uniamo all’appello lanciato da Giorgia nei riguardi dei cacciatori: “fermatevi a guardare il volo di un uccello. E’ arte, è vita. Quando andate a letto alla sera, non vi sentite un po’ fuori luogo?”

Ufficio stampa Enpa 06 3242873 begin_of_the_skype_highlighting 06 3242873 end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting 06 3242873 end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting 06 3242873 end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting 06 3242873 end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting 06 3242873 end_of_the_skype_highlighting www.enpa.it

Ufficio stampa LAV tel. 06 4461325 – 339 1742586 www.lav.it

Sabato 18 settembre vieni alla manifestazione a Venezia contro la riapertura della stagione di caccia!

domenica 5 settembre 2010

cacciatore prima vittima - stagione 2010/2011

02/09/2010
CACCIA. BATTESIMO DI SANGUE PER LA STAGIONE 2010/2011; UN CACCIATORE LA PRIMA VITTIMA - - E’ un anziano cacciatore sardo la prima vittima della stagione venatoria 2010/2011. Secondo quanto reso noto da fonti di stampa, l’uomo è stato ferito al ventre da un colpo partito accidentalmente dal suo stesso fucile mentre era impegnato in una battuta di caccia nel Nuorese. Vani i soccorsi, il cacciatore è spirato dopo essere stato ricoverato presso l’ospedale della città sarda. «Peggio di così la stagione venatoria 2010/2011, iniziata il 1 settembre con le preaperture, non poteva proprio cominciare: oltre alle migliaia di animali uccisi per divertimento nella sola giornata di ieri, è arrivata anche la prima vittima, sacrificata sull’altare delle doppiette. E ora cosa diranno ai familiari dell’uomo i sostenitori di questa “attività sportiva nella natura e all’aria aperta”? Che l’uomo è morto per un’attività ludica? Noi, invece, esprimiamo loro le nostre più sincere condoglianze», così ha commentato l’Ente Nazionale Protezione Animali. «Quanto accaduto ieri dimostra ancora una volta che la caccia uccide – prosegue la Protezione Animali -. E che uccide non soltanto milioni di animali inermi ma anche decine di uomini, stroncati ora dal “fuoco amico”, ora da un abbaglio, ora da un mero errore di calcolo». Ed è proprio con l’obiettivo di scrivere la parola fine su questa strage continua e legalizzata – diventata ormai problema di pubblica sicurezza - che l’Enpa parteciperà insieme alle altre associazioni animaliste alla manifestazione anticaccia che si svolgerà a Venezia il 18 settembre con inizio alle ore 15.00. «Dire no alla caccia – conclude l’Ente Nazionale Protezione Animali – significa dire di no ai privilegi di una categoria che, come dimostra il sondaggio Ispos del marzo scorso, è sempre più marginale e isolata nel Paese. Ma significa, soprattutto, schierarsi dalla parte della vita contro questa cultura di morte». (2 settembre)
tratto da: ENPA